
Il linguaggio del corpo
Non c’è niente di più perfetto del corpo. Esso non mente mai.
Se mangi più di quanto serve, ingrassi. Se mangi meno di quel che consumi, dimagrisci.
Se sai “stare”, rimani stabile.
Se sei arrabbiato diventi rosso. Anche se sei imbarazzato; in ogni caso, il rosso è un segnale di Stop. Così gli altri capiscono che devi gestirtele da solo, che rabbia e imbarazzo hanno a che fare con noi stessi.
Se sei triste piangi. Anche quando sei troppo felice. Forse son lacrime di quando la felicità non hai saputo coglierla.
Se sei una persona aperta e solare, ridi mostrando i denti; ma mostrare i denti è un avvertimento di pericolo verso gli altri, che non si sa mai, il buonumore va difeso.
Se sei giù, hai le spalle basse, il collo tira e alla fine viene mal di schiena. È un segnale!
Ti avvisa che non puoi stare giù troppo a lungo, altrimenti non avrai imparato abbastanza.
Se percorri un’altra strada invece che la tua, ti vengono gli attacchi di panico. Ti senti in trappola perché sei in trappola! Pensi di morire perché stai morendo! Ma non sarà in quell’ascensore e non sarà in quel posto pieno di gente.
Pare che se alzi le spalle e spingi il petto in fuori, il tuo corpo manda un impulso al tuo cervello, di ripresa. Come lo spiegarsi delle ali della Fenice. A un tratto il tuo Io capisce che ci sono altre posizioni da abitare e a te non rimane che scegliere.
Puoi spiegare le ali o buttarti giù, perché la felicità è una scelta, anche se difficile.
E il corpo sa perdonare, anche se non dimentica.